L’alba di una nuova era è iniziata e a Reggio Calabria ed è il caso di dire “finalmente”. Una giornata di metà stagione, tra sogno, anzi miracolo play off da cullare e realtà salvezza da conquistare, il vento della novità non soffiava, apparentemente. Eppure, le cose cambiano e si capovolgono da un momento all’altro. “La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi” diceva John Lennon. Frase calzante, senza dubbio, anche per l’arrivo del presidente Gallo alla guida della Reggina. Gli amaranto non sono come molte altre compagini di Serie C. I reggini rappresentano una realtà che merita la Serie A e lì, nel terzo campionato italiano, non dovrebbero assolutamente starci. Risalire la corrente, però, è complesso ma da un momento all’altro gli orizzonti sono cambiati.
L’avventura di Praticò come presidente della Reggina finisce e non poteva essere altrimenti. Le capacità economiche sono tutto o quasi per una società di calcio. Le risorse, in questo caso, scarseggiavano. I tifosi amaranto dovranno essere sempre grati a Mimmo Praticò perché ci ha creduto più di tutti, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo dando alla Reggina una speranza, un modo per non ricominciare dai dilettanti e provare nuovamente la scalata per tornare agli storici fasti di un tempo non lontanissimo, ma troppo distante per ciò che è successo. Ovvio che, con il passare delle prime stagioni della “rinascita”, si era pian piano fortificata l’idea che non fosse Praticò il presidente della risalita. Il passaggio di testimone a Gallo ha evitato penalizzazioni, rinforzato la squadra e adesso il sogno non è impossibile. Nei prossimi due anni, come ha prospettato il nuovo numero uno, gli amaranto dovranno salire di grado e di categoria. Facile a dirsi, ma per renderlo concreto serve duro lavoro, sacrificio ed investimenti economici non indifferenti. Gli inizi sono incoraggianti, ma adesso serve di capire se nel lungo periodo potrà essere Gallo l’uomo della svolta, senza rivelarsi un traghettatore. Distaccandoci dal futuro e da un sogno che, inutile negarlo, è costantemente nei pensieri di chi ha la Reggina nel cuore, bisogna concentrarci su una stagione che non è rosa e fiori ma nemmeno da pioggia torrenziale. Guardando la classifica, per quelli che erano i presupposti iniziali, è più che positiva. Ottavi in griglia e in lotta per i play off. Vero che le distanze sono minime e le vicende potrebbero nuovamente cambiare, ma la squadra c’è. La scossa in panchina, con l’esonero di Cevoli e l’arrivo di Drago, può rendere gli amaranto più competitivi. Quest’anno il diktat salvezza è abbordabile, per qualcosa di più grande si potrà anche aspettare l’estate quando la campagna acquisti dovrà rispecchiare i buoni propositi in sede di presentazione del presidente Gallo. Testa bassa e pedalare, dunque. I presupposti ci sono e la Reggina, dopo Parma e Lecce, è la prossima tra le grandi decadute a voler tornare grande e basta.